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Star Wars Jedi: Survivor La Recensione - La via della Spada... Laser! 

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La via della Spada... Laser!

L'unico aspetto di Jedi: Survivor che non è stato reinventato, ma non aveva davvero bisogno di esserlo, è il combattimento. È stato migliorato, tuttavia, ed è ancora meglio ora che i droidi sono scesi in campo. Cal è diventato molto più letale con la spada rispetto al capitolo precedente: gli arti vengono tagliati da attacchi pesanti (soldati e droidi allo stesso modo), gli insetti giganti possono essere completamente tagliati in due e a volte Cal sfodererà il suo blaster per una splendida esecuzione finale. 

Esattamente, Cal ha un blaster ora. È una delle due nuove modalità di combattimento della con spada, che porta il totale a cinque: spada singola, doppia lama, doppia spada laser, blaster e crossguard. E’ impressionante il modo in cui Respawn è riuscita a far sembrare quella che è essenzialmente l’unica arma, come se fossero cinque armi distinte: ogni posizione ha un set di mosse unico, il proprio albero di abilità è vario sia per possibilità che per compromessi intrinseci: la lunga portata della spada a doppia faccia, ad esempio, la rende il re indiscusso dello sfoltimento ad area in situazioni con numerosi enmici, ma non colpisce così duramente. Le doppie spade infliggono rapidamente molti danni, ma devi impegnarti in lunghe combo che espongono i fianchi di Cal. La posizione di Crossguard (quella di Kylo Ren) è fondamentalmente una Claymore medievale: tagli e fenditure devastanti che richiedono un lungo periodo di ricarica. Ho optato per mantenere la posizione blaster e crossguard per la maggior parte del gioco perché i più divertenti da sperimentare. La posizione del blaster in particolare sembra perfettamente equilibrata. La metà degli attacchi diventa a distanza e le munizioni del blaster si ricaricano infliggendo danni con la spada. Gli attacchi all’arma bianca in modalità blaster imitano le mosse di scherma, che non colpiscono così duramente come la singola posizione dedicata alla spada, ma consentono di mantenere i nemici a distanza mentre ricarichiamo la pistola. 
 
Gli alberi delle armi sono un sano mix di aggiornamenti incrementali e mosse completamente nuove, come una raffica di fendenti che ricaricano rapidamente il blaster. Dopo aver massimizzato l'albero del blaster e aver equipaggiato alcune abilità passive, sono riuscito a ripulire intere stanze senza dover mai toccare la spada, sicuramente l'equivalente jedi di una build magica in Elden Ring
 
Il combattimento di Survivor colpisce molto meglio sia in varietà che in spettacolarità rispetto a quello di Fallen Order. Il tutto grazie ad un sapiente mix di nuove posizioni e vatietà di nemici. Il tutto lo diciamo, rende la difficoltà del gioco molto facilitata. Le ricariche di salute sono più facili da trovare e molti potenziamenti vengono distribuiti semplicemente facendo progredire la storia. Chiudiamo col dire che la durata principale del gioco si attesta intorno alle 20 ore, che arrivano a toccare la trentina abbondante qualora si decidesse di scovare tutti i collezionabili e completare tutte le missioni e modalità secondarie. 

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